Bambini e faccende domestiche
Vorresti coinvolgere i tuoi bambini nelle faccende domestiche ma non sai come fare?
Mi capita spesso di ricevere messaggi di mamme che desiderano responsabilizzare i propri figli in casa.
Piccoli step come riordinare la stanza, mettere i piatti nel lavandino o la biancheria sporca in lavanderia, sembrano delle missioni impossibili!
Ascolta l’episodio n. 207 del mio podcast e scopri i 5 elementi essenziali per avere figli che collaborano in casa. Premi play o continua a leggere questo articolo riassuntivo!
I tuoi bambini collaborano nelle faccende domestiche?
Non so tu, ma qualche tempo fa aspettavo con ansia che i miei figli compissero 4-6 anni per iniziare ad assegnare lavoretti domestici.
Mi ero basata su una guida Montessori, come questa, una tabella che suddivide i vari compiti che i bambini possono svolgere a seconda della loro età.
E devo dire che questo schema non ha nulla di male! Se non il fatto che ripone sui genitori aspettative irrealistiche, molto diverse dalla loro realtà familiare.
Crescere bambini responsabili e collaborativi deve far parte di una visione più ampia che non si limita solo alla pulizia e all’ordine.
L’obiettivo nella crescita dei bambini, infatti, non è farli diventare i nostri spicciafaccende in casa.
Piuttosto, è importante che loro crescano esprimendo tutto il loro potenziale. E per farlo, occorre che noi genitori impariamo a superare i nostri limiti e le nostre personali debolezze.
Allora, se desideri seguire quella tabella, prima ti invito a leggere questi 5 elementi essenziali!

Ciao, mi chiamo Silvia!
Italiana trapiantata in America
e mamma di 3 bambini.
Ho scoperto come alleviare la fatica di crescere i figli
con strategie pratiche ed efficaci!
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5 elementi per coinvolgere i tuoi figli in casa
Per avere figli che collaborano in casa (a qualsiasi livello, grande o minimo), ci sono 5 elementi che non possiamo ignorare.
Probabilmente non sono gli unici punti fondamentali da seguire. Ma di sicuro sono quelli che hanno aiutato me con i miei bambini.
Continua a scorrere per leggere l’elenco completo!
Se questo argomento ti interessa particolarmente, allora non perderti anche “Come responsabilizzare i figli in 5 step”!
1. Ordine e pulizia non devono essere una punizione
Una cosa è certa: nessuno è motivato da emozioni negative! Più utilizziamo il riordino come una punizione, più difficile sarà coinvolgere i nostri figli nel quotidiano.
Inoltre, nella nostra vita frenetica, con le aspettative di una casa da rivista, trasmettiamo il messaggio che ordine e pulizia siano faccende noiose e faticose.
Come potranno accettare questo compito, quando siamo i primi a farlo con pesantezza? Esprimere un’emozione positiva dietro a un compito che può sembrare pesante, è essenziale.
I nostri figli, infatti, non sanno quant’è piacevole rientrare in una casa ben ordinata. Spetta a noi trasmetterglielo!
2. Ai bambini non interessa l’ordine
Se pur non ci piace ammetterlo, ai bambini non interessa l’ordine! Non rientra affatto tra le loro priorità mentali.
I bambini, infatti, vivono nel momento e si godono il presente per quello che è.
Non hanno piacere a fare un lavoro noioso ora, per una gratificazione futura dopo.

3. Per un’abitudine serve tempo
Non c’è verità più vera di questa: le abitudini si costruiscono col tempo.
Se non hai mai creato l’abitudine della collaborazione, non puoi aspettarti che i tuoi figli collaborino in autonomia.
D’altronde, davanti al disordine chiedi con calma di collaborare o minacci alzando la voce?
Ogni nostra azione, infatti, ha 2 possibili conseguenze: può avvicinare o allontanare. Pull or push.
Quando parte il disco rotto “hai lasciato tutti i giochi in giro, ti avevo detto di posare le macchinine, ecc.” questo è un push e tuo figlio tenderà ad allontanarsi.
Che cosa puoi fare o dire affinché la rua richiesta diventi un pull (un avvicinamento)? Questa risposta creerà col tempo la vostra abitudine!
4. Per insegnare serve energia
Quando insegniamo qualcosa ai bambini, dobbiamo essere pronti alla loro protesta!
Infatti, c’è bisogno di forza, energia e determinazione. Tutto questo con la consapevolezza che stiamo insegnando una regola, senza l’utilizzo di comportamenti aggressivi o minacciosi.
In altre parole: il nostro compito è quello di fissare e mantenere un limite chiaro e costante, rispondendo sempre con empatia.
E per fare tutto questo, serve molta più energia di quanta ne useresti con le urla!

5. Il lavoro del bambino è il gioco
È vero che i bambini devono imparare a collaborare e a occuparsi delle cose necessarie della vita.
Ma non dimentichiamoci che l’infanzia è un periodo brevissimo! Si tratta dell’unico periodo in cui si è spensierati e si vive con leggerezza!
È comprensibile, quindi, che i nostri figli vogliano dedicarsi a fare ciò che amano nel loro tempo libero, piuttosto che riordinare.
Questo non vuol dire che non possiamo creare una routine per renderli partecipi nella vita familiare. Ma ricordandoci che il primo lavoro di un bambino è giocare!
Faccende domestiche a misura di bambini

Se da una parte penso che sia giustissimo insegnare ai bambini a collaborare in casa, dall’altra so che dobbiamo farci delle domande.
In che modo possiamo coinvolgerli a livello pratico? Con quale atteggiamento?
A volte capita che i bambini più piccoli vogliano darci una mano, ma noi ci aspettiamo che svolgano i compiti in un certo modo. Leggi anche questo articolo per capire di cosa sto parlando!