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Per le mamme alla scoperta dei propri superpoteri

Come essere un papà presente

Scritto Da Silvia

Un uomo può essere davvero un papà presente?

La mia intervista a Valerio (aka @papathumper)

È solamente la terza volta, in oltre cento episodi, che invito un uomo come ospite del mio podcast. E ora più che mai penso che sia stata un’ottima idea, per ascoltare dalla bocca di un uomo i segreti su come essere un papà presente in famiglia. Ma non chiamatelo “mammo”, perché lui è un padre a tutti gli effetti!

Nella nostra chiacchierata, Valerio mi ha fatto conoscere un po’ di più il suo stile di vita. Mi sono divertita a sentire alcune delle sue opinioni riguardo alla società moderna. E non sono mancate di certo domande pungenti, che ti ho riportato in questo articolo. Ti invito ad ascoltare le risposte e le riflessioni di Valerio nell’episodio n. 116 del mio podcast. Clicca play per ascoltarlo su Spotify, oppure scopri qui il suo consiglio per dare una spinta ai nostri mariti!

Non chiamatemi “mammo”

Essere un papà presente è la mia più grande fortuna

Essere un papà presente può cambiarti la vita

Valerio (38 anni), in arte papathumper, è un papà che racconta se stesso sui social in modo simpatico e diretto.
Ci mostra la sua quotidianità senza usare filtri, e ci fa sorridere con un’esuberanza coinvolgente. La sua “non è la classica famiglia del Mulino Bianco” mi dice. “Quella famiglia perfetta non esiste e la vita non si può controllare. Specialmente quando hai dei bambini!”.

Pss! Sogni una famiglia perfetta? Ecco un aiutino per migliorare il rapporto di coppia dopo i figli!

Confessioni di un papà differente

Nessuno sa fare il papà. Basta essere un papà presente.

Se non sai cosa fare, prova solo a essere un papà presente

Nella tua bio su instagram, leggo “polemico nell’animo”…

Nella mia vita purtroppo sono un po’ polemico. È difficile trovare qualcuno che mi sopporti.
Ogni mercoledì avevo una rubrica chiamata “polemica time”. E l’ho iniziata perché alcune mamme mi scrivevano che altre mamme influencer non rispondevano mai in direct. Io, invece, sono uno molto socievole su instagram. E da lì è partita la polemica: “Che ve lo aprite a fare il profilo, se poi non rispondete ai vostri follower?”.

E tu? Perché hai aperto il tuo profilo?

Il mio profilo è nato come sfida con mia moglie. Io e lei abbiamo le nostre abitudini. Prima di andare a dormire, ci mettiamo in terrazzo e fumiamo una sigaretta, mentre ci raccontiamo della giornata. L’anno scorso sotto il periodo natalizio, era il 4 gennaio, mia moglie stava lì col cellulare. E io le ho detto: “Questo è il nostro momento, e tu stai al telefono?”. “Eh ma sono su instagram”. Io ai tempi neanche lo avevo. E le ho chiesto: “Ma che guardi? A chi segui? A quelli di Uomini e donne? Del Grande Fratello?”.

Al che mi lancia una sfida (perché io oltre ad essere polemico sono anche permaloso) e mi dice: “Fattelo tu un bel profilo instagram, così seguo te”. Il giorno dopo, il 5 gennaio, ho aperto il profilo.

Come è stato il passaggio da uomo a papà per te?

Ricordo benissimo il momento in cui sono nati i miei figli (ndr Sole, 7 anni e Brando, 2 anni). Prima di conoscere mia moglie, amavo i bambini ma non avevo quella voglia di diventare padre. Ho sempre immaginato di essere un papà in futuro. Ma solo quando ho conosciuto mia moglie, ho maturato insieme a lei quel desiderio.

Prima di avere figli, tu sei un “io”. Vai avanti per te stesso, fai le cose per te stesso. Il tuo futuro è solo per te stesso.

Ogni mattone di amicizia, conoscenza, lavoro, sono per la tua personale casa virtuale. Quando arrivano i figli, tutto questo crolla. E loro ti distruggono tutti i mattoni che avevi messo su. Da quel momento in poi, devi ricostruire la tua casa attorno ai tuoi figli, per proteggere loro e il loro futuro.

Se ritorni al momento in cui i tuoi figli sono nati, i primi mesi da neopapà, come ti sei sentito? Eri subito coinvolto nella cura del bambino e nella sua educazione? Tua moglie aveva tempo per sé?

Io credo che i figli siano di entrambi, non solo della madre che li partorisce. E per questo motivo non mi sono mai perso nulla, nemmeno una visita dal ginecologo. Non ho mai dovuto chiedere a mia moglie di insegnarmi qualcosa. Perché quando eravamo in ospedale, io filmavo quello che ci mostravano le infermiere e poi lo guardavamo insieme a casa. La famiglia è una squadra.

Se, per esempio, mia moglie allattava di notte, io facevo fare il ruttino a mia figlia dopo. E per me questo non significa che sto aiutando mia moglie. Io aiuto mia figlia a dormire serena. Di conseguenza, chiaramente, aiuto anche mia moglie a riposare.

Questa è un’ottima premessa per l’argomento di cui voglio parlare oggi. Io ti ho conosciuto su instagram nel bel mezzo di una grossissima polemica da parte tua, sulla questione del “mammo”.

Oddio! Perché mi devi fare arrabbiare? La società di oggi non è ancora pronta a capire che il papà esiste. E che la donna finalmente ha le possibilità di lavorare in egual modo di un uomo. Ma siamo ancora in una società in cui la mamma viene vista solo come mamma, e il papà non può fare il papà. Lui porta la pagnotta a casa, si mette sul divano, e chiede alla moglie patatine e birra.

Io credo che il bello delle società in evoluzione, sia poterci migliorare negli errori fatti in passato.

Mia figlia non mi chiama “mammo”, mi chiama “papà”. E io ho quel ruolo, ben definito. Non sto prendendo il posto di nessuno.

Nella tua esperienza in Italia, tra gli amici e le persone che conosci, trovi che i padri abbiano assunto questo ruolo di papà presente, che descrivi tu?

Avverto un cambiamento, anche se è molto lieve. Ho solo uno o due amici, che sono dei papà come me. Stare con i nostri figli, ci permette di ritornare bambini ed è una grandissima fortuna!
Perché i bambini ci insegnano a guardare la vita con occhi diversi. E se tu ti ci dedichi realmente, il bambino ti fa sperimentare delle cose che da adulto non vivi più. I papà che non lo fanno, in realtà si stanno perdendo una grossa ricchezza.

Che messaggio vuoi dare alla moglie di un papà assente? Che approccio possono adottare queste mamme che non vedono coinvolti i loro partner?

Ci sono due categorie: il papà furbacchione, che ti dice “sono stanco, non lo so fare, domani devo lavorare”. E poi c’è il papà remissivo, che lascia fare tutto alla donna perché lei si offre sempre e comunque.

Ma il trucco per spronare i vostri mariti è semplicissimo!

Ecco il suo consiglio…

Un sabato mattina vi alzate, andate da vostro marito, lo salutate e… ve ne andate! Lui entrerà nel pallone, perché non saprà dove si trovano le cose, o come farle. Quindi, o vi chiamerà ogni cinque minuti, o andrà su internet a trovare una soluzione. Una mamma che sta fuori dalle 8 alle 20, fa bene a se stessa ma fa bene anche al papà. Quando io rimango da solo con i miei figli dico “wow”, perché so che non c’è nessuno a controllarmi e posso viziarli.

Segui il profilo di Valerio

Quando essere un papà presente sui social, fa la differenza

Vi lascio un piccolo invito, per seguire Valerio su instagram. Sul suo profilo @papathumper, essere padre ed essere uomo non sono due realtà che entrano in contrasto tra loro. Bensì, si completano in maniera armoniosa. E chissà che questo non sia un passo importante verso una mentalità nuova e una società più sana.

Ciao! Sono Silvia,
palermitana trapiantata in America, imprenditrice, moglie e mamma di 3 bambini. Appassionata di podcast e crescita personale, ho trovato il respectful parenting, una filosofia che ha rivoluzionato la nostra famiglia, dando a me e mio marito la possibilità di vivere la maternità e la paternità in modo sereno e rispettoso.

Ho fondato il progetto Mamma Superhero per condividere con te risorse, strategie e strumenti indispensabili per creare in casa tua un’atmosfera che promuove la crescita fisica, mentale ed emotiva del tuo bambino.
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