Quando possiamo punire un bambino?
Ogni genitore conosce bene i momenti in cui vorrebbe punire un bambino per le sue azioni.
Quegli episodi in cui tuo figlio sa bene qual è la cosa giusta da fare, ma sceglie comunque di agire in maniera sbagliata. Magari anche mentre lo guardi negli occhi.
Hai bisogno di qualche esempio? Lavare i denti e sputare sullo specchio, prendere il contenitore del bagnoschiuma e svuotarlo nel lavandino, fare pipì fuori dal water. Sono azioni sufficientemente scorrette, per potere procedere con una punizione.
Ma prima di pensare alla punizione, abbiamo bisogno di fermarci per rispondere a due semplici domande.
Nell’episodio n. 140 parlo di capricci, punizioni e comunicazione. Ascolta il podcast nel player qui in basso, oppure continua a leggere per scoprire di più!
Prima di punire un bambino…
Davanti ad ogni capriccio, sto imparando ad andare oltre ciò che i miei occhi vedono. E devo dire la verità: quando non mi fermo all’apparenza delle cose, scopro sempre qualcosa in più.
Perché a differenza di un adulto, ormai so che un bambino non ha sempre il pieno controllo delle proprie azioni o delle proprie parole.
Da pochi anni si trova costretto ad ambientarsi in questo mondo. E chiaramente sta ancora imparando a conoscere e gestire le proprie emozioni.
In quanto genitore, il mio compito è riuscire ad andare oltre le sue azioni, per aiutarlo a conoscersi. Infatti, non mi aspetto che sia maturo abbastanza da comprendere se stesso e gli altri.
Per questo motivo ho scoperto che davanti ai “capricci immotivati”, una buona strategia è fermarmi. Prima di partire in quarta con una dura punizione, infatti, ecco che mi trovo a rispondere a un paio di domande.

Ciao, mi chiamo Silvia!
Italiana trapiantata in America
e mamma di 3 bambini
Ho scoperto come
alleviare la fatica di crescere i figli
con strategie pratiche ed efficaci
Seguimi anche su instagram
Che cosa vuole comunicarmi?
Se mio figlio si comporta male, molto spesso sta provando a mandarmi un messaggio. E se io non mi prendo del tempo per ascoltare con attenzione, non sarò mai in grado di comprenderlo veramente.
Ecco qualche esempio:
Sono stanco, il mio corpo è fuori controllo.
Ho bisogno della guida di un adulto, il mio cervello non è attivo.
Mi sento spiritoso, non sono pronto a seguire le istruzioni.
Ho bisogno di attenzioni, i miei genitori sono impegnati e mi sento solo.
Se è vero che lui deve imparare a gestire ciò che prova (ci riuscirà pienamente solo dopo i vent’anni, quando la corteccia prefrontale è matura), è anche vero che io devo imparare a interpretare i suoi comportamenti.
A lungo andare, se coltivo una sana relazione, probabilmente mio figlio sarà in grado di esprimere ciò che sente, senza ricorrere a un capriccio.
Ma ora come ora, so che il mio compito è interpretare il messaggio nascosto dietro i capricci. Quindi mi fermo e mi chiedo: cosa vuole comunicarmi veramente?

Che cosa ottengo con la punizione?
Un’altra domanda che mi pongo davanti a una monelleria, riguarda l’efficacia della punizione. E cioè: quanto e cosa ottengo, se procedo immediatamente con una punizione?
Se pensi che punire un bambino ti farà ottenere ubbidienza, rispetto e buona educazione in futuro, sono qui per deluderti.
Il cattivo comportamento è il risultato di un’interruzione di armonia ed equilibrio non solo all’interno del bambino; ma tra il bambino e l’adulto.
Attraverso la punizione quello che faremmo è alimentare quello squilibrio, e accrescere ancora di più la distanza tra genitore e figlio.
Un bambino punito, inoltre, cresce con una ferma convinzione che quando saranno gli altri a sbagliare, sicuramente è in arrivo la loro dose di punizione!
Esiste un modo per educare senza punizioni? Sì! Leggi questo articolo…
Quando ho voglia di punire un bambino…
Non credere che sia facile! Non credere che davanti a certi fatti, il mio primo istinto non sia quello di urlare. O dire cattiverie, o lanciare sguardi di ghiaccio e punire tutti!
Sono reazioni che fanno parte della natura umana. Ma la mia nuova consapevolezza su ciò che queste reazioni creano e riproducono, mi permette di fermarmi. Ormai conosco i veri risultati di una punizione, e per questo decido di fare un passo indietro.
Cosa fare allora davanti a un comportamento sconveniente? Ecco il mio ultimo consiglio…

Alternative alla punizione
Non punire, non significa condonare o accettare il comportamento scorretto del bambino.
Ma significa che, nonostante riconosciamo l’errore commesso, desideriamo intervenire in un modo non traumatico sulla situazione in cui ci troviamo. Ed evitare di causare così dei danni nella relazione con mio figlio.
C’è una grande differenza tra risolvere un conflitto, danneggiando ulteriormente la relazione. E agire, scegliendo invece di salvaguardarla!
Davanti a una situazione problematica, ecco cosa puoi fare: chiedi a tuo figlio di aiutarti a rimediare al danno che ha fatto.
In questo modo, non avvertirà un rifiuto da parte tua. Ma potrai mostrargli il tuo affetto incondizionato, per farlo sentire perdonato e accettato.