I conflitti tra genitori e nonni sono inevitabili.
Io e mio marito siamo stati fortunati. Quando siamo diventati genitori, abbiamo avuto lo spazio e il tempo di ambientarci al nuovo ruolo, senza troppe interferenze esterne. I nostri genitori sono stati presenti, ma non invadenti. Ci hanno aiutati e consigliati, senza mai imporre la loro visione. E hanno ascoltato con interesse le nostre scoperte verso un’educazione rispettosa. Non sempre va così. A volte i conflitti tra genitori e nonni sono più intensi. Le incomprensioni diventano attacchi e i diversi approcci si trasformano in una gara a chi è migliore. Ne parlo nell’episodio del podcast n. 97, e in questo articolo voglio fare alcune riflessioni e considerazioni, offrendo, come sempre, le mie soluzioni.
Siamo genitori controcorrente
I lettori di questo blog e gli ascoltatori del mio podcast devono ammettere di essere genitori controcorrente. Se hai deciso di distaccarti da un metodo educativo che infligge paura, dolore fisico ed emotivo e umiliazione, è perché sei d’accordo che non siamo cresciuti tutti bene lo stesso. E magari, come me, la tua passione per il respectful parenting è tale da non riuscire a capire come si possa essere ciechi e sordi davanti ai tanti danni dell’educazione tradizionale. Quando gli scontri avvengono con le persone a noi più care, è importante tenere a mente alcune cose. Continua a leggere per cambiare prospettiva sui conflitti tra genitori e nonni.
Non è una questione personale

Il nuovo è considerato inutile
Chi abbraccia un’idea, un metodo, un approccio diverso dalle masse, deve necessariamente scontrarsi con giudizi, critiche, occhiatacce. Sicuramente quando Edison lavorava alla lampadina, c’erano tante persone che dubitavano del suo successo. O quando i fratelli Wright cercavano di trovare un modo per volare, sarà capitato che venissero derisi e umiliati. I conflitti tra i genitori e i nonni nascono dall’incomprensione della necessità di cambiare qualcosa che si reputa, nonostante tutto, buono. Quindi non è un attacco personale, ma uno scetticismo generale nei confronti di una cosa nuova e diversa.
Il nuovo ferisce
Per accettare che una cosa nuova è migliore di quella vecchia, si deve in qualche modo ammettere che quella vecchia non era poi così buona. Parliamo chiaramente di metodi educativi, ma il principio è lo stesso anche in altri ambiti. Dobbiamo ricordare che ogni genitore fa del suo meglio. Nessuno si sveglia al mattino e pensa “Vediamo come posso ferire mio figlio”. Se dopo aver dato tutto se stesso, quel genitore si sente dire che non era abbastanza o che non ha fatto un buon lavoro, resta ferito.
Una persona ferita spesso va sulla difensiva e sferra un attacco per tutelarsi. È questo che spesso succede ai nonni quando cerchiamo di spiegare che punizioni, sculacciate e parole umilianti non hanno l’effetto sperato sul bambino. Anzi, hanno lasciato segni profondi su di noi. È da lì che nascono conflitti tra genitori e nonni, per vedere chi ha ragione, chi ha torto, chi è più bravo.
Non è una gara a chi è il più bravo

I nonni svolgono un ruolo importante nella vita dei nipoti. Il fatto che abbiano usato con noi un’educazione tradizionale, non vuol dire che tratteranno i nipoti come hanno trattato i figli. Spesso, anche se non condividono le nostre scelte educative, sono comunque diversi con i nipotini. Faccio un esempio: quando mia figlia Zoe chiede a mia madre di fare una cosa che a me da piccola non era permessa, mia madre è più propensa a dire di sì.
Quando invece gli scontri sugli approcci educativi sono più intensi, per evitare che si faccia a gara per scoprire quale metodo educativo è migliore, propongo 2 soluzioni. La prima è quella di fare domande. La seconda è quella di accettare il disaccordo. Continua a leggere per capire che intendo.
Non esistono domande stupide
Le abitudini sono molto potenti. I nostri genitori probabilmente hanno fatto con noi quello che hanno visto fare ad altri, senza pensarci troppo. Fino a qualche decennio fa, non esistevano studi e ricerche disponibili al pubblico e non era normale leggere e informarsi sui migliori metodi educativi. Quindi, invece di attaccare i nostri genitori e convincerli che il respectful parenting, la disciplina dolce e l’educazione positiva sono migliori di battipanni e cucchiaio di legno, perché non mostriamo un po’ di curiosità e interesse verso la loro infanzia?

Ecco alcune possibili domande da fare ai nostri genitori (adesso nonni): Come venivi punito da piccolo? Come ti sentivi quando venivi punito? La tua opinione era importante per la famiglia? Ti sentivi incompreso? C’era una persona in particolare con cui ti sentivi al sicuro?
Queste domande aprono la conversazione e portano alla riflessione.
Accetta il disaccordo
Gran parte dei conflitti tra genitori e nonni deriva dal fatto che non accettiamo il disaccordo. Partiamo dal presupposto che dobbiamo convincere l’altro a cambiare idea. Questo genera frustrazione, dolore e ferite da entrambe le parti. Per evitare tutto questo, dobbiamo semplicemente ammettere che forse i nostri genitori non capiranno mai le nostre scelte, non si impegneranno per capire come migliorarsi e non saranno mai d’accordo con noi. E VA BENE COSÌ! Possiamo anche non avere la stessa opinione e mostrare comunque rispetto per l’altra persona.
Non hai bisogno dell’approvazione degli altri
So che alcuni nonni sono troppo invadenti, pesanti, insistenti, ma in generale se si riesce a instaurare una comunicazione non violenta, qualsiasi litigio può essere disinnescato e la famiglia può continuare a funzionare in tutte le sue dinamiche, con meno conflitti tra genitori e figli, e massima serenità per i nipoti. Forse la mia visione è un po’ troppo semplicistica, ma sono convinta che molte delle nostre ansie derivino dalla necessità di apparire sempre nel giusto davanti a tutti. Complice anche il nostro orgoglio. Tuttavia, se io sto facendo del mio meglio per me e mio figlio, non mi importa se tu pensi che sto sbagliando. Rispetto il tuo pensiero ma procedo per la mia strada.