Sai dire “no” ai tuoi bambini?
Sapere dire di no ai bambini non sembra difficile. Ma siamo in grado di farlo con rispetto?
Erroneamente si pensa che i metodi di disciplina alternativa, cioè senza urla e punizioni, non prevedano regole o limiti.
In realtà, gli approcci educativi come il respectful parenting insegnano a dire “no” ai bambini, senza usare manipolazioni e castighi. Piuttosto, possiamo mostrare lo stesso rispetto che si ha tra gli adulti.
Nell’episodio n. 52 del mio podcast, ti parlo di come fissare limiti chiari e costanti per il bambino. Premi play o continua a leggere questo articolo riassuntivo!
Come possiamo dire no ai bambini
Uno dei modi migliori per farsi ubbidire è quello di fissare limiti chiari e costanti. E questo è proprio uno dei 7 capisaldi del respectful parenting, secondo Magda Gerber.
Tutto sta nell’impegnarsi per capire come mettere in pratica questo tipo di disciplina.
La disciplina dolce non mira a punire il cattivo comportamento, ma a promuovere la crescita!
Molti, però, fraintendono e credono che non usare punizioni significhi lasciare comandare i bambini.
Un genitore-leader osserva e rispetta il bambino, ma essendo adulto competente e responsabile sa anche quando fissare un limite.
L’imposizione di regole per la protezione fisica del bambino, degli altri e delle cose materiali è una forma d’amore.
Dire “no” ai bambini è una forma d’amore, purché si faccia nel modo e con il tono giusto.
Come si fissano i limiti? E come si fanno rispettare?
In primo luogo, dobbiamo chiederci se quel limite è veramente necessario. Questo perché spesso fissiamo delle regole perché è così che siamo cresciuti. E non riflettiamo veramente sulla scelta migliore.
Altre volte, imponiamo limiti sulla base delle aspettative altrui. E quando facciamo così, stiamo ignorando i bisogni della nostra famiglia.
In sintesi: per ogni limite e per ogni regola dobbiamo chiederci perché la stiamo attuando e se è veramente necessaria.

Dobbiamo essere chiari
La chiarezza non dipende necessariamente dal numero di parole che usiamo. A volte usiamo troppe parole, e un bambino di 2-3 anni non riesce a seguire i nostri discorsi complicati. La chiarezza si evince dal nostro stato emotivo, dalla nostra convinzione interiore. Per essere chiari, non servono tante parole. Basta usare un tono calmo e deciso.
Ad esempio, quando Luca va in bicicletta deve usare il caschetto. All’inizio non gli piaceva e gli dava fastidio. Gli ho detto che questa regola era per il suo bene, e se non voleva usarlo poteva passeggiare con me e Zoe, anziché prendere la bici.
Dobbiamo essere costanti
Se un giorno siamo di buon umore e permettiamo al bambino di saltare sul divano, perché vediamo che si sta divertendo, il giorno dopo non possiamo urlare e imporre un limite improvviso. Dire “no” ai bambini a giorni alterni non è utile ai fini del rispetto dei limiti. Il bambino ha bisogno di costanza. Usare costanza è fondamentale per insegnare il limite e farsi ubbidire. Altrimenti il bambino si confonde e pensa che la mamma abbia problemi di memoria o, peggio, che sia lunatica e incoerente, e riterrà di non poter contare su di lei.

Dobbiamo accettare la reazione di protesta al limite imposto
Il genitore-leader prende decisioni e impone limiti per il bene del bambino, non arbitrariamente. Il bambino, persona distinta dal genitore, con una sua volontà, personalità, interessi, obiettivi, ecc., ha il diritto di protestare. Il pianto, i capricci, la protesta del bambino non dovrebbero portare il genitore a cedere o cambiare idea. Cedere al pianto significa ignorare l’importanza del limite imposto. Se il genitore non crede in quel limite, perché dovrebbe crederci il bambino? Quando il bambino non vuole rispettare il limite imposto, il genitore può accettare tutte le emozioni che prova il bambino, con empatia e calma, e restare fermo nella sua decisione, se quel limite è davvero importante.
Si può cambiare idea sul limite imposto?
Se il genitore si accorge di aver posto un limite non necessario, può essere onesto con il bambino e tornare sui suoi passi. “Sai, pensavo che stare seduti a terra fosse inopportuno, ma ho cambiato idea. Per me va bene che ti siedi a terra a colorare”.
L’obiettivo è sempre il legame tra madre e figlio, non è una lotta di potere. La madre, adulta, competente, sicura che sta facendo del suo meglio per il bambino, prende decisioni difficili in base alle informazioni che ha riguardo a un argomento. Dire “no” ai bambini e farlo con rispetto non fa altro che rafforzare questo legame e creare una bellissima relazione che durerà per anni.
Per approfondire l’argomento, ascolta l’episodio n. 52 su iTunes, Spotify o sul tuo player preferito.