Vi racconto una storia. C’era una volta un bambino di 2 anni che con le sue piccole manine aveva cercato di prendere il cartone del latte. A un certo punto ha perso la presa e l’intero contenuto della busta si è versato a terra. La mamma lo ha guardato e gli ha detto “Che bellissimo pasticcio che hai fatto! Non ho mai visto una pozzanghera di latte così grande. Visto che il danno è fatto, vuoi metterti a giocare prima di pulire tutto?” Il bambino si mise a giocare e dopo qualche minuto la madre disse: Beh ogni volta che si fa un pasticcio del genere, alla fine bisogna pulire. Come preferisci farlo? Prendiamo uno straccio, una spugna o un asciugamano?” Dopo aver finito di pulire la madre disse “Abbiamo appena assistito a un esperimento fallito riguardo a come tenere in mano un cartone di latte. Andiamo in giardino così ti potrai esercitare con un cartone d’acqua e imparare a tenerla senza farla cadere” E così hanno fatto. Che lezione meravigliosa! Il bambino crebbe e divenne uno scienziato e ricordò sempre quel momento in cui aveva imparato a non avere paura degli errori. Gli errori sono opportunità per imparare qualcosa di nuovo. (Tratto da un libro di cui non ho più i dettagli)
Nel nostro cervello esistono delle connessioni neurali, che sono come una rete stradale. Ogni esperienza determina l’accendersi di determinati neuroni, che si collegano fra loro, e ogni volta che un neurone si accende vi è la probabilità che si accendano anche quelli sullo stesso percorso. Perché vi sto parlando di tutto questo? Perché è importantissimo che sin da bambini i nostri figli sviluppino connessioni neurali che li preparino a non avere paura degli errori.
Cosa vuol dire nella pratica? Mio figlio fa cadere un bicchiere d’acqua a terra, invece di rimproverarlo severamente gli chiedo con un tono calmo e cortese di prendere lo straccio e rimediare. Se sei come me e ti arrabbi facilmente, la prima volta non ti verrà automatico né facile. Ma con tanta pratica si può modificare quella risposta automatica e insegnare al bambino che succede a tutti di fare un errore, quello che conta è la nostra reazione.
Lo stesso vale per noi. Anche se siamo adulti il nostro cervello è comunque plastico e possiamo allenarci a modificare certi percorsi cerebrali. Quindi la tipica scusa “sono fatto così” è falsa, perché anche se ci capita sempre la stessa situazione che evoca esperienze o trascorsi negativi e che ci mette di cattivo umore o ci manda in depressione, possiamo con tanto impegno e lavoro sodo cambiare quelle connessioni neurali.
D’altronde gli errori e i fallimenti sono tali solo se non riusciamo a trarne una lezione. Se riflettiamo sul perché abbiamo commesso un errore o ci siamo comportati in maniera inopportuna e ci impegniamo a fare meglio la volta successiva, l’errore dà un risultato positivo.
Per approfondire l’argomento, ascolta l’episodio 23.