Lo avrai sentito più e più volte: preparati a gestire i terribili due anni!
Quanto siamo bravi a cadere nei luoghi comuni? Soprattutto quando si tratta di gravidanza, allattamento, educazione dei figli, sono tanti i consigli non richiesti che sanno più che altro di “siccome è stato così per me, sarà così per tutti”. La fase dei due anni (nota anche come terribili due) è complessa e semplice al tempo stesso. In questo articolo cercherò di passarti qualche nozione di neuroscienze che mi è stata estremamente utile per gestire la fase dei terribili due con i primi 2 figli. Se vuoi approfondire l’argomento, ascolta l’episodio n. 61 del podcast, in cui ho intervistato Veronica Togni. Veronica è esperta di disturbi specifici dell’apprendimento e della pedagogia Waldorf o steineriana.
Cosa sono i terribili due?
Terrible two e non solo
Con l’espressione “terribili due” si descrive di solito la fascia di età compresa tra i 18 mesi e i 3 anni, in cui il bambino apparentemente è molto oppositivo, capriccioso, disubbidiente e poco gestibile. Se sei mamma di un bambino di 2 anni, sai bene di cosa parlo! Tu suggerisci di uscire, ma lui vuole stare a casa. Ti chiede un bicchiere d’acqua, ma quello che gli presenti non è accettabile. Proponi di fare il bagnetto, e lui si butta a terra disperato. Insomma, i terribili due sono una fase molto delicata che non dura solo un anno!
Perché non sopporto il termine terribili due
Non mi è mai piaciuto quando le persone etichettavano il comportamento dei miei figli come tipico dei “terrible two”, oppure quando mi avvertivano che ne avrei viste delle belle. In primo luogo è inesatta, infatti il comportamento che rientra in questa espressione dura dai 18 mesi ai 3-4 anni. Secondo, è un’etichetta spicciola che non tiene conto dell’immaturità cerebrale dei bambini e delle esigenze che hanno di testare limiti e autorità per trovare la loro indipendenza. E terzo, giustifica una eventuale reazione poco empatica dell’adulto.

Le neuroscienze ci aiutano a gestire i terribili due
Che cosa succede intorno ai 2 anni?
Il bambino che compie due anni si affaccia a un mondo di cambiamenti. A livello motorio è in grado di camminare, correre, arrampicarsi, salire e scendere le scale. A livello linguistico è in grado di capire istruzioni semplici, si esprime con qualche parole e frase, imita suoni e riconosce oggetti, parti del corpo, animali e persone care. A livello sociale ed emotivo, imita il comportamento di altri, si accorge di essere una persona distinta dagli altri, manifesta il desiderio di indipendenza e autonomia, mostra a volte ansia da separazione.
Perché è importante saperlo?
Gestire i terribili due con rispetto significa riconoscere che il cervello del bambino è immaturo e agire di conseguenza. Sapendo che intorno ai 2 anni il bambino si accorge di non essere un tutt’uno con sua madre, ma di essere una persona a sé, possiamo comprendere meglio la forte voglia di affermare la sua volontà e autonomia, oppure la sua paura di separarsi da noi.
Di fronte a un episodio che comunemente si definisce capriccio, come la richiesta di un bicchiere di un colore particolare, ci sta dietro altro: il bambino sente che si tratta di un’occasione di crescita, un episodio in cui finalmente può esprimere preferenza. Nel momento in cui il genitore asseconda la sua richiesta, il bambino si sente ascoltato e accolto, inizia ad affacciarsi alle dinamiche della negoziazione e del compromesso, si esercita a relazionarsi agli altri.

Non si corre il rischio di farlo crescere viziato?
Dipende. Sicuramente è importantissimo avere limiti chiari e costanti che il bambino deve imparare ad accettare e ubbidire. Questi limiti si stabiliscono al fine di proteggere lui, le altre persone e le cose che ci circondano. Ad esempio, se il bambino non è d’accordo con l’uso del seggiolino in auto, questo è un limite che non può essere modificato. In questo caso, il genitore può legittimare verbalmente l’emozione che prova il bambino, e utilizzare comunque il seggiolino per garantire la sua incolumità.
La risposta del genitore può essere diversa quando seguire il bambino non è pericoloso o rischioso per nessuno. Un esempio è quello del bicchiere. Se la mamma presenta un bicchiere giallo al bambino, e il bambino voleva quello rosso, se per la mamma non è un problema (ossia, se il bicchiere rosso è pulito e se per la mamma va bene fare il cambio) non si corre il rischio di viziare il bambino. La sua richiesta è perfettamente ragionevole in quanto il bimbo sta cercando di affermare la sua volontà ed esercitare la sua preferenza.
Le mie conclusioni sulla gestione dei terribili due
Sì, la fase dei terribili due è faticosa da gestire. Ma farlo senza alcuna nozione di come funziona il cervello umano è ancora più problematico. Gli studi e le ricerche effettuate sul cervello negli ultimi 50-60 anni possono illuminare molti genitori alle prese con bambini capricciosi, oppositivi, disubbidienti che stanno semplicemente facendo il loro “lavoro” di scoprire come relazionarsi con se stessi e con gli altri.
Per approfondire l’argomento, ascolta l’episodio n. 61 del podcast su iTunes, Spotify o sul tuo player preferito.
