Insegna a tuo figlio a giocare in modo autonomo con 6 semplici step
Per le mamme alla scoperta dei propri superpoteri

Il bisogno di attenzione dei bambini

Scritto Da Silvia

Bisogno di attenzione: richiesta o capriccio?

Quando i bambini hanno bisogno di attenzione e urlano

Come rispondere al bisogno di attenzione dei bambini

Ti è mai capitato di venire interrotta da tuo figlio, mentre stai sbrigando delle faccende? E quando non puoi rispondere, e lui si agita ancora di più?
Il bisogno di attenzione dei bambini sembra esplodere sempre nei momenti meno opportuni.

Ma perché mio figlio si comporta male per volere attenzioni? È un capriccio egocentrico? O è una richiesta naturale? Come faccio a distinguerle? E soprattutto: devo ignorarlo o rispondere?

Nell’episodio n. 123 del mio podcast, ti invito ad esplorare insieme a me tutto quello che ho scoperto sull’argomento.

Ascolta subito cosa succede ai nostri figli in quei momenti di bisogno, e qual è il nostro compito in quanto genitori. Oppure leggi fino alla fine, per scoprire l’allenamento pratico suggerito da alcuni studi comportamentali.


Il bisogno di tutti i bambini di ricevere attenzione

Esistono 2 tipi di attenzione

Tutti sappiamo che ogni bambino (piccolo o grande che sia) porta dentro di sé un bisogno di ricevere attenzioni dagli altri. Ma le prime persone che desidera conquistare sono i suoi genitori.

Ogni figlio chiede ai propri genitori, esplicitamente o meno, di colmare quel bisogno naturale. Forse, però, non tutti i genitori sanno che esistono 2 tipi di attenzione che possiamo rivolgere ai nostri bambini: l’attenzione positiva e l’attenzione negativa.

Pss! Anche se gli dai attenzioni, tuo figlio piange senza fermarsi?
Forse non devi fermarlo! Leggi questo articolo per scoprire perché…

L’attenzione positiva è quella che rivolgiamo quando, per esempio, notiamo un compito che è stato svolto bene. Mentre il secondo tipo, l’attenzione negativa (che forse conosciamo meglio), riguarda i momenti in cui ci accorgiamo di un errore, o di qualcosa che ci irrita e infastidisce.

Pochi di noi, però, sanno che ai bambini non interessa affatto quale tipo di attenzione ricevano da parte nostra. Purché la ricevano! Quindi…

Quand’è che presti attenzione a tuo figlio?

Si deve soddisfare il bisogno di attenzione dei bambini?

L’attenzione che soddisfa il bisogno dei tuoi bambini

A questo punto, la vera domanda non è: perché mio figlio cerca sempre attenzioni da parte mia? Ma: quale tipo di attenzione sto dando a mio figlio? Attenzione positiva o negativa?

Di certo, essendo adulti responsabili, siamo perfettamente in grado di accorgerci di tutte le volte in cui i bambini commettono degli errori.
Ma sappiamo accorgerci di quando fanno qualcosa di giusto? E se la risposta è sì: glielo comunichiamo?

Il primo dato che ho scoperto, mi ha profondamente sconvolta. Perché rivela come il 95% del buon comportamento dei bambini passi assolutamente inosservato. Questo, quindi, significa che:

Quando mio figlio si comporta bene, il 95% delle volte io non glielo dico!

Di conseguenza, allora, avrai già capito che siamo più propensi a fare notare tutto quello che non va in loro e nel loro comportamento.

A cominciare dal risveglio mattutino quando, per esempio, abbiamo a che fare con la loro lentezza, con i capricci nel non volere andare a scuola, la cameretta disordinata e i cereali sparsi sul tavolo della cucina.

“Ma la mia riprensione è rispettosa”

Anche se riusciamo a rimproverarlo senza urlare, seguendo un’educazione rispettosa, la comunicazione con nostro figlio sta già prendendo una forma ben precisa. Infatti, l’intera relazione dipenderà da lui che si comporta male, e noi che cerchiamo di aggiustarlo.

Ecco quindi che una continua riprensione andrà a soddisfare il bisogno di attenzione dei nostri bambini. Perché per loro, un’attenzione negativa è comunque migliore dell’assenza totale di attenzione!

Ma questo ha delle conseguenze…

Dare attenzione costruisce una relazione

Come prestare attenzione al bisogno dei bambini di essere visti

Fai attenzione al vero bisogno dei bambini…

Degli studi recenti hanno dimostrato come le tipologie di attenzioni che diamo ai nostri figli, possano influire nello sviluppo, nel comportamento e nelle relazioni che hanno nella loro vita.

E se è vero che l’85% delle energie in famiglia è speso per correggere il cattivo comportamento, allora è chiaro che nostro figlio si comporterà male per ricevere la nostra attenzione.

Comportarsi male è l’unico modo per soddisfare il suo vero bisogno: quello di relazionarsi!

A questo punto, allora, il regalo più bello che puoi fare a tuo figlio (e a te stesso) è questo: smetti di spendere le tue energie per correggere un cattivo comportamento. E, invece, inizia ad allenarti per interagire con tuo figlio in maniera positiva.

Il segreto è: accorgiti di quando si comporta bene. E in quei momenti, scegli in maniera consapevole di mandare dei piccoli messaggi positivi (che possono essere verbali o non verbali).


Un allenamento pratico!

Rafforza la relazione e migliora il suo comportamento

E se ti dicessi che c’è un modo per migliorare il suo comportamento e allo stesso tempo rafforzare la vostra relazione?

Ecco cosa afferma la scienza comportamentale e dello sviluppo:

Per ogni interazione negativa,
sono necessarie più interazioni positive.

Nella pratica: per ogni rimprovero, correzione, o sguardo arrabbiato che noi genitori rivolgiamo ai nostri figli, dobbiamo comunicare un messaggio positivo, dalle 3 alle 8 volte in più.

Che sia un occhiolino, una pacca sulla spalla, o un semplice “batti cinque”, le ricerche dimostrano che il contatto fisico ed emotivo migliorano il comportamento del bambino. E questo avviene senza alcuno sforzo! Ma in maniera del tutto naturale.
Questo perché state coltivando un tipo di relazione che si basa su azioni positive. E questa relazione non ha bisogno di essere forzata.

Quindi, ricorda: per ogni correzione, rimprovero, o interazione negativa, il bambino ha bisogno di almeno 5-8 interazioni positive da parte tua.
E allora, perché non iniziare subito?

Ciao! Sono Silvia,
palermitana trapiantata in America, imprenditrice, moglie e mamma di 3 bambini. Appassionata di podcast e crescita personale, ho trovato il respectful parenting, una filosofia che ha rivoluzionato la nostra famiglia, dando a me e mio marito la possibilità di vivere la maternità e la paternità in modo sereno e rispettoso.

Ho fondato il progetto Mamma Superhero per condividere con te risorse, strategie e strumenti indispensabili per creare in casa tua un’atmosfera che promuove la crescita fisica, mentale ed emotiva del tuo bambino.
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