Tuo figlio fa storie a tavola? Non vuole mangiare quello che gli presenti?
Le lotte a tavola sono molto comuni nelle famiglie con bambini. Infatti, secondo me, tutti i bambini a un certo punto fanno dire alle mamme: mio figlio non vuole mangiare! Il nostro atteggiamento può risolvere o esacerbare il problema. Ne ho parlato con Ileana Gervasi, dietista pediatrica e autrice dell’e-book Mamma, voglio la pasta in bianco. Nell’episodio del podcast troverai risposta alle domande più comuni che riguardano bambini e cibo, ma anche strategie pratiche per aiutare il bambino a sviluppare una buona relazione con il cibo. Fai clic su play per ascoltare l’intervista, oppure leggi questo articolo che raccoglie i punti salienti.
Se non costringo mio figlio a mangiare, lui non mangerebbe mai.
Ne avevo già parlato in vecchi episodi del podcast (n. 16 e 17), ma lo ripeto: chi è troppo attaccato a un risultato, ha meno potere. Questo vale per tutto: nella routine serale, nelle lotte di potere, nelle crisi di pianto, e sicuramente anche a tavola. Per questo ho inventato l’idea delle verdure indifferenti.
Le porzioni flessibili
Tu mangi sempre le stesse quantità di cibo? Ti capita mai di avere più fame? E ti capita di avere lo stomaco “chiuso”, magari a causa di un disagio o perché non stai bene emotivamente? Come ci ha detto Ileana nel podcast, un po’ è la normalità che i bambini non mangino tutti i giorni la stessa quantità di cibo. Noi mamme, però, abbiamo spesso l’ansia di dover nutrire. Questo scatena circoli viziosi, perché va a sconfinare in quelle che sono le responsabilità dei genitori (o adulti di riferimento) e quelle dei bambini.
I compiti degli adulti e dei bambini a tavola
Gli adulti hanno il compito di offrire pasti qualitativamente adeguati, e offrire questi pasti in maniera regolare per creare una routine regolare. L’altro compito, che sembra meno importante ma non lo è, è quello di creare una atmosfera rilassata durante i pasti.
La responsabilità dei bambini è quella di decidere se mangiare e quanto mangiare. Non è compito del genitore far mangiare il bambino. Il bambino è libero di scegliere quando è sazio. In questo modo il bambino non si sente sotto pressione e mangia di più. Se noi spingiamo, il bambino mangia meno, se allentiamo, il bambino mangia di più.

Hai ancora fame ma sei distratto, o ti alzi perche non hai fame?
Una grande difficoltà è dovuta dal fatto che i bambini si alzano spesso da tavola perché distratti, non perché hanno veramente il senso di sazietà. Stabilire una routine è utile a questo fine. Il bambino può imparare che a una certa ora si mangia e questo pasto durerà per un tempo stabilito (pochi minuti per un bambino piccolo, non mezz’ora come gli adulti). L’obiettivo è stare a tavola perché è bello stare insieme e condividere. La richiesta non è di mangiare, ma di stare a tavola, perché questa è la routine della famiglia.
Consiglio pratico: l’utilizzo di un timer o una clessidra per 5-6 minuti stai a tavola. Un bambino di pochi anni può imparare il rito del pasto, senza lotte e storie, se la famiglia rende l’esperienza piacevole.

Il bambino è molto selettivo
Quando il bambino è selettivo e mangia solo quello che dice lui, dobbiamo trovare l’equilibrio tra le responsabilità del genitore (vedi sopra) e la flessibilità. Ricorda: l’adulto propone una dieta sana e varia, il bimbo decide quanto mangiare. Questo significa che nella preparazione del piatto (di solito per i bambini funziona meglio il piatto unico) posso offrire qualcosa che so già che al bambino piace e qualcosa di nuovo.
I bambini hanno una naturale predilezione per i cibi dolci, perché gli zuccheri danno energia pronta. Posso sfruttare questa cosa a mio vantaggio, per introdurre cose nuove.
Consiglio pratico: Quando vuoi proporre una verdura nuova, affiancala a una piccola porzione di dolce (frutto, biscottino, ecc.). Questo funziona meglio di una verdura nuova solo accanto alla cotoletta. Si crea, infatti, un’associazione positiva nel cervello del bambino. Un bambino che parte prevenuto per la cena, una volta che vede il piatto unico con qualcosa che gli piace, può trovare l’aggangio per iniziare a mangiare. Così, le battaglie all’ora dei pasti si riducono e si crea un’atmosfera piacevole.
NOTA: Ci possono volere anche 15 esposizioni prima che il bambino assaggi un nuovo alimento, e altre 10-15 affinché lo mangi. Quindi non mollare!

Mio figlio non vuole mangiare, ma al nido mangia tutto.
Un altro mistero che spesso stupisce le mamme è che il bambino al nido mangia tranquillamente, ma a casa no. Da un lato questo è positivo, perché vuol dire che il bambino non ha sviluppato una grande selettività alimentare. Si tratta di una questione di contesto. All’asilo è meno alta la pressione a mangiare, perché la maestra non ha solo un bambino e il bambino non si sente sotto pressione. All’asilo c’è il menu fisso e il bimbo sa che resterà digiuno se non mangia. E poi, la maestra non è la mamma, non si crea un invischiamento emotivo. Ancora, all’asilo ci sono tutti gli altri bambino che fanno da modello: se la mia amica mangia le carote, le mangio anche io.
Quindi se tuo figlio è selettivo solo a casa, prova a lavorare sul contesto (vedi sopra), fidati di lui e punta anche sull’esplorazione. I bambini sono curiosi di natura. Lascia che anche il cibo diventi qualcosa di interessante, chiedendo la sua opinione.
Consiglio: Riduci le aspettative riguardanti le porzioni, sposta l’attenzione sul piano dell’esplorazione: “Assaggia e dimmi che ne pensi”.
Come si aiuta un bambino che non vuole mangiare?
Per concludere, chiediamoci noi per primi se stiamo assolvendo al nostro compito e se stiamo dando fiducia ai nostri bambini. Rimuoviamo la pressione e le aspettative troppo alte, per creare un contesto piacevole di condivisione e comunicazione. Il resto seguirà naturalmente. Un bambino affamato non si lascerà mai morire di fame!
Come far mangiare verdure ai bambini