È possibile superare la balbuzie?
Di recente una persona mi ha detto che superare la balbuzie è qualcosa che va oltre un’imperfezione estetica. Si tratta di sperimentare un senso di libertà!
Quindi, sia se sei un genitore di un bambino balbuziente o no, quest’argomento dovrebbe essere sulla bocca di tutti (letteralmente).
Sì, perché ogni volta che sensibilizziamo i nostri figli su questioni come la balbuzie, stiamo rendendo il mondo un posto migliore. Non solo per la nostra famiglia, ma anche per gli altri!
Per questo motivo ti invito ad ascoltare l’episodio n. 168 del mio podcast. O, se preferisci leggere, trovi qui parte dell’incredibile chiacchierata con il mio ospite, Giovanni Muscarà.
Superare la balbuzie: miti e pregiudizi di una società ignorante
Il 22 ottobre ricorre la “Giornata internazionale di consapevolezza della balbuzie”. Ma perché non chiamarla semplicemente “Giornata della balbuzie”?
L’ospite che ho intervistato è stato illuminante su diversi fronti. Primo fra tutti, mi ha dimostrato come la nostra società non sia ben equipaggiata per affrontare l’argomento in questione.
Ancora oggi, infatti, si crede principalmente che la balbuzie derivi da una cattiva gestione delle emozioni, da traumi o ansie del paziente.
Ed ecco che si cade immediatamente in schemi vecchiotti e credenze superficiali per provare a risolverla.
Per questo motivo, quindi, c’è bisogno di consapevolizzare sempre più persone riguardo alle sfaccettature del fenomeno chiamato “balbuzie”.

Chi è Giovanni Muscarà?
Vice-presidente di Vivavoce (https://vivavoceinstitute.com), un’associazione nata per sensibilizzare l’opinione pubblica in merito alle difficoltà nella comunicazione, Giovanni è anche il fondatore di un centro specializzato nel trattamento della balbuzie.
“Non sono un medico”, afferma all’inizio della nostra chiacchierata.
E nonostante questo (o forse grazie proprio a questo) è riuscito ad andare oltre quelle diffuse opinioni riguardo al disturbo della fluenza verbale.
La balbuzie di Giovanni lo portava a non avere più il pieno controllo del suo corpo. Eppure non solo ha superato questa fatica, ma anche e sopratutto è uscito da una schiavitù mentale, dichiarandosi finalmente uomo libero.
Pensi che stiamo esagerando? Continua a leggere l’intervista per ascoltare la sua storia…
Il percorso di un bambino che balbettava
La mia intervista a Giovanni Muscarà
<La balbuzie è un disturbo diffuso? Quando si manifesta?>
La balbuzie è molto più diffusa di quello che si pensa! In Italia, circa 150 mila ragazzi under 18 ne soffrono.
È un fenomeno che in media si manifesta tra i 18 e i 36 mesi. Ma tutti i bambini che balbettano prima dei 6 anni (durante la fase di apprendimento del linguaggio) hanno un recupero automatico pari all’88%.
D’altronde quando si balbetta a 3-4 anni, non c’è da allarmarsi subito. C’è da aspettare e capire se si tratta di una fase dell’apprendimento del linguaggio.
<Allora come si riconosce?>
Non sempre si riesce a notare questo disturbo.
La balbuzie, infatti, può avere delle caratteristiche più manifeste, come la ripetizione classica di alcune sillabe, degli spasmi fisici o la perdita del controllo del proprio corpo.
Ma è anche vero che c’è tanta gente che balbetta, senza avere una manifestazione classica ed evidente.
La balbuzie può essere anche un silenzio. Che piano piano diventa un ritiro sociale.
Questo tipo di paziente, infatti, sente già dentro di sé che sta per balbettare. E così prima ancora di arrivare alla parola temuta, si ferma o cambia direzione nel suo discorso. Limitandosi, però, nell’esprimersi totalmente.

<Mi viene in mente la parola isolamento. Una persona che si sente così, sicuramente si tira indietro dalle relazioni sociali.>
Un riconoscimento appropriato, infatti, non deve tenere conto solamente dell’approccio “linguistico”.
Ma bisogna guardare anche e soprattutto al fattore comportamentale di un bambino o un ragazzo.
<Come fa un genitore a rendersene conto ed essere d’aiuto?>
La cosa più importante è di sicuro il dialogo. Molti genitori notano un silenzio e un ritiro. A questo punto è fondamentale chiedere: “cosa ti succede?”.
Quando le risposte sono “sento che quello che voglio dire non mi esce”, ecco il campanello d’allarme che stavamo aspettando.
Pensi che tuo figlio sia timido? Leggi questo articolo e scopri come aiutarlo!
<Come si sente un balbuziente, quando la gente intorno reagisce ridendo e prendendolo in giro?>
Ricordo ancora i miei pensieri di ciò che io stesso ho vissuto a scuola, durante le prime interrogazioni.
“Adesso scappo via, mi metto a piangere, vado a tirare un cazzotto al mio compagno”.
E altro che incapacità di gestire le emozioni e l’ansia: io sono rimasto lì!
Ho continuato a cercare di dire qualcosa, con una dignità e una forza che non so da dove mi sono venute. Con molta pazienza, sono andato avanti per la mia strada.

<La balbuzie si può superare, se trattata in modo giusto?>
Non c’è una terapia farmacologica: non esiste una pillola magica o un intervento chirurgico.
Quello che si può fare è un percorso riabilitativo. E il successo è determinato da diversi fattori. Uno di questi è l’età del paziente.
Prima si comincia questo percorso, prima si potrà assistere a dei miglioramenti.
In tutto questo è fondamentale il sostegno e l’aiuto della famiglia, nonché della rete intorno al bambino (scuola, amici, ecc.).
<Perché è importante avere una rete di supporto per superare la balbuzie? Che ruolo svolgono familiari e insegnanti?>
È importante perché bisogna valorizzare anche il più piccolo cambiamento.
Questo fa sì che il bambino (o il ragazzo) percepisca che ciò che sta facendo è una cosa grande, non solo all’interno delle nostre mura, ma anche nella rete che lo circonda.
Mettersi in gioco, guardare in faccia il proprio limite e lavorarci su, merita incoraggiamento, tifo, stima, fiducia da tutte le persone intorno.
Superare veramente la balbuzie significa riuscire ad essere liberi nel futuro. Liberi nelle scelte.
Da un’abilità a un’abitudine: ecco come superare la balbuzie!

Ogni persona ha le sue fatiche personali. Quante persone non sono balbuzienti, eppure non si sentono comunque libere di esprimersi. Chi per paura del giudizio, chi per vergogna, o altro.
Filtri, insicurezze, traumi ci impediscono di essere chi siamo realmente.
E in quanto genitori, uno dei nostri doveri è assicurarci che i nostri figli crescano e diventino chi sono destinati ad essere.
Se desideri metterti in contatto con Giovanni e la sua associazione, lo trovi anche su instagram e facebook.